Mini vocabolario del cyberbullismo. Conoscere per difendersi.

Mini vocabolario del cyberbullismo. Conoscere per difendersi.

Il bullismo è un fenomeno nuovo?
Quando nessuno ne parlava apertamente, o meglio, quando i media non ne parlavano esisteva
comunque ?
Il termine “bullismo” è recente. Compare per la prima volta nel 1973 (Olweus) ma viene
coniato solo nel 1993 da Farrington e deriva dalla parola inglese “bullyng”.
Sono moltissimi i racconti letterari che narrano storie di sopraffazione, esclusione, prepotenza
e quindi di bullismo, pur non esistendo ancora il termine esatto per cui noi oggi indichiamo questo fenomeno.
Già Verga, quando scrisse “Rosso Malpelo” parlava di una storia di bullismo. Non a caso, il vero nome di Malpelo non è Malpelo: è un soprannome, un nomignolo che gli hanno affibbiato a causa del suo caratteraccio. Malpelo è una vittima del bullismo, ma sceglie la via sbagliata diventando egli stesso un bullo.

In tutti i casi risulta fondamentale intervenire precocemente su questo fenomeno. Se si struttura la propria adolescenza nell’azione bullista il rischio è che entri a far parte e diventi un aspetto del carattere della persona, trasformandosi così in microcriminalità o in vera e propria criminalità.

Di fatto è importante anticipare questi possibili sviluppi, intervenendo prima che si strutturino.
Il bullismo è certamente un fenomeno psicologico, dovuto alle caratteristiche psico -sociali della
persona, ma trova, se non una legittimazione, una mancanza di argine nella società.

Negli ultimi quindici anni l’evoluzione tecnologica è stata pervasiva e capillare, portandoci ad un
vero e proprio cambio di paradigma culturale, ad una rivoluzione mentale prima ancora che
tecnologica; ad un mentalità reticolare. La rete però presenta anche il suo lato oscuro.
Infatti, la familiarità dei giovani verso le nuove tecnologie non li ha resi anche più consapevoli delle potenzialità distruttive del mezzo.
Il termine cyber bullismo fu coniato dall’educatore Bill Belsey nel 2002, e ripreso nel 2006 da Peter Smith, che definì il cyber bullismo come “ un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo controuna vittima che ha difficoltà a difendersi” ( Smith, 2008).

Con il termine cyber si intende tutto ciò che è elettronico e che ha una diffusione virale. Ed è proprio quest’ultima caratteristica a creare un’angoscia distruttiva nella vittima ed una incapacità di far fronte ad un sentimento profondo di vergogna e esposizione al collettivo.

A differenza che nel bullismo, nel cyberbullismo (l’uso delle tecnologie da parte di un individuo o da parte di un gruppo di persone volutamente e ripetutamente a danno di altri) è più difficile intervenire:

il web non è controllabile, ed i casi di cronaca nel nostro paese rappresentano un triste esempio.
I testi e le immagini volgari e minacciose rimangono indelebili difficili da cancellare. Le calunnie e
le offese si diffondono a macchia d’olio tramite le mail,le chat, i blog e i social network.
Esistono diverse tipologie di cyberbullismo. Tra queste è importante segnalare le più comuni e
diffuse:

  • flaming :è un violento litigio on line con uso di linguaggio volgare
  • harassment è una molestia ripetuta
  • denigrazione: è una sorta di gogna pubblica, di pettegolezzo
  • outing estorto: è la registrazione fatta in un clima di fiducia di confidenze private pubblicate poi sui social network o sui blog o sui gruppi. In questo caso si aggiunge anche il tradimento. Un caso tipico del bullismo digitale è il vero e proprio
  • furto d’identità digitale : creazione di profili falsi utilizzando nomi e foto di altri soggetti per per creare le situazioni più incredibili che colpiscono, però, sempre la vittima.
  • sexting: il termine “sexting”, deriva dall’unione delle parole inglesi “sex” (sesso) e “texting”(pubblicare testo).Si può definire sexting l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di testi, video o immagini sessualmente esplicite/inerenti la sessualità. Spesso sono realizzate con il telefonino, vengono diffuse attraverso il telefonino stesso (e-mail, facebook, whatsapp). Anche se inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile .

E’ ormai dilagante l’uso di profili falsi su FACEBOOK

Come ci possiamo tutelare se scopriamo che un profilo fake sta usando i nostri dati e foto?

Si dovrà contattare il servizio di assistenza e segnalare immediatamente l’abuso a Facebook mediante la sezione “segnalazione abusi”.

In ogni caso di reati commessi a mezzo della rete, ricordate di denunziare alla polizia postale, preposta al contrasto delle frodi postali e del crimine informatico.

“Il bullismo è figlio della noia”

l bullismo è figlio della noia. Non trovare il senso alla propria esistenza porta il bullo a trasformare
gli altri nell’oggetto del proprio fallimento interiore. Le soluzioni non sono semplici, la strada è quella dell’ascolto, dell’educazione e della comunicazione ma anche di interventi legislativi.

Dove esiste autostima e consapevolezza di sé, il bullismo non riesce ad attecchire.

di M. Giungati

Fonte: http://www.pariopportunita.gov.it/approfondimenti/future-is-now-guida-al-bullo-2-0/ -Micol Meghnagi responsabile progettuale F. I. N. A. S _ Dipartimento per le pari opportunità- Presidenza del Consiglio dei Ministri

Pubblicato da dirittodifamigliaepoi

Diritto di famiglia e poi è nato nel 2015 da un'idea di Marianna Giungati, avvocato civilista esperta in diritto di famiglia e della persona. Collaborano al blog altre figure professionali, tra cui educatori e psicologi. ll blog opera senza scopo di lucro per divulgare informazioni giuridiche relative al diritto di famiglia e alla tutela della persona, con inserti speciali dedicati alla psicologia, alla pedagogia ed a materie correlate. © Tutti i diritti sono riservati I contenuti del blog possono essere liberamente copiati da altri siti internet a scopo di critica, confronto e ricerca, citando gli autori e linkando la fonte. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di Marianna Giungati. Le citazioni o le riproduzioni di brani di opere effettuate nel presente sito Internet hanno esclusivo scopo di critica, discussione e ricerca nei limiti stabiliti dall’art. 70 della Legge 633/1941 sul diritto d’autore, e recano menzione della fonte, del titolo delle opere, dei nomi degli autori e degli altri titolari di diritti, qualora tali indicazioni figurino sull’opera riprodotta. Per eventuali rettifiche e per segnalazioni si prega di inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]